Mondo contemporaneo n.3/2011 Stampa E-mail

Mondo contemporaneo n.3/2011

Edizioni Franco Angeli, pagg.201, Euro 23,00

 

mondo_contemporaneo - Maurizio Zinni: L’impero sul grande schermo. Il cinema di finzione fascista e la conquista coloniale (1936-1942)
Nei mesi che seguirono la guerra d’Etiopia, la cinematografia italiana ebbe un ruolo centrale nella celebrazione degli uomini e nella diffusione degli ideali che avevano permesso la conquista dell’impero. Tra il 1936 e il 1939 vennero realizzate sei pellicole che appaiono oggi come il frutto più maturo non solo della propaganda coloniale fascista, ma della stessa politica cinematografica messa in atto dal regime a partire dai primi anni Trenta. Attraverso film come Lo squadrone bianco, Il grande appello, Scipione l’Africano, Sentinelle di bronzo, Luciano Serra pilota, Sotto la Croce del Sud, Abuna Messias, ma anche il più tardo Bengasi del 1942, è così possibile ricostruire non solo la percezione che la società italiana ebbe dell’avventura africana nel suo svolgersi, ma anche i topoi tematici che informarono l’immaginario collettivo nazionale in maniera duratura e profonda anche oltre gli ultimi anni di vita del fascismo.

- Flavio Giovanni Conti: La Chiesa cattolica e i prigionieri di guerra italiani negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale
Gli oltre cinquantamila prigionieri italiani detenuti negli Stati Uniti, durante la seconda guerra mondiale, ricevettero un trattamento migliore rispetto agli altri prigionieri italiani in mano alleata. Molti fattori vi contribuirono: l’alto livello economico della società americana; gli interventi di sostegno delle organizzazioni assistenziali internazionali e americane; la Chiesa cattolica, che svolse un ruolo particolarmente intenso ed incisivo riguardo ai prigionieri italiani negli Usa. Attraverso le proprie gerarchie ecclesiastiche e le organizzazioni cattoliche americane, i cappellani militari, i sacerdoti americani e italiani, e con il sostegno determinante delle comunità italo-americane, la Chiesa non si occupò soltanto dell’aspetto religioso ma ampliò il suo intervento alla gestione della corrispondenza con le famiglie, al trattamento materiale, alle iniziative ricreative ed educative. Questa azione capillare di assistenza permise alla Chiesa di influenzare in senso moderato l’orientamento politico dei prigionieri, ed ebbe lo scopo di favorire il reinserimento dei reduci in una nuova Italia democratica, collocata nel blocco occidentale.

- Giorgio Caravale: "A mutual admiration society". Amicizie intellettuali alle origini del legame tra George L. Mosse e l’Italia
Il saggio si sofferma sulla rete di amicizie intellettuali di George L. Mosse in Italia. Per quale motivo Mosse era così affezionato all’Italia, perché il nostro paese contava così tanto per lui e perché l’Italia è forse il paese che ha attribuito più riconoscimenti al lavoro dello storico tedesco? Queste pagine rispondono a tali interrogativi prendendo in considerazione l’ammirazione che Mosse nutriva per Benedetto Croce, la sua fascinazione per la cultura barocca italiana, la sua prima vera amicizia intellettuale con Giorgio Spini nei primi anni Sessanta del secolo scorso, lo stretto legame con l’editore Vito Laterza e naturalmente la sua grande amicizia con lo storico del fascismo Renzo De Felice. In particolare, quella che è stata felicemente definita una «mutual admiration society», questo legame così importante per comprendere il destino dell’opera di Mosse in Italia, viene ricostruito attraverso il filtro dell’influenza esercitata dal grande storico Delio Cantimori sull’allievo De Felice, nonché attraverso il ricco epistolario di Michael Ledeen, giovane allievo americano di Mosse, giunto in Italia negli anni Settanta per studiare con De Felice. Alcune lettere inedite scambiate tra Mosse e De Felice sono pubblicate qui in appendice per la prima volta, insieme ad altri documenti inediti.

- Donatello Aramini: "Fascism as History". George L. Mosse e l’Intervista sul fascismo di Renzo De Felice
Nella storiografia italiana il 1975 ha rappresentato un anno chiave nell’analisi del fascismo. In particolare ad animare il dibattito fu la pubblicazione dell’Intervista sul fascismo di Renzo De Felice. Il testo qui pubblicato è la recensione al volume, rimasta fino ad oggi inedita, scritta da George Mosse come ringraziamento per la stima che il biografo di Mussolini gli aveva manifestato nell’introduzione all’edizione italiana de La nazionalizzazione delle masse e come difesa del lavoro dell’amico, la cui metodologia di studio del fenomeno fascista, a dispetto delle violente critiche che stava ricevendo in Italia, appariva oramai accolta pienamente dalla storiografia internazionale. Nella recensione Mosse ribadiva come, per capire davvero il fascismo, occorresse confrontarsi con esso come aveva fatto De Felice, liberandosi dalle illusioni più rassicuranti e guardando alla sua realtà storica. Pur rilevando l’esistenza di alcuni punti di disaccordo, Mosse concludeva attaccando frontalmente i denigratori di De Felice, con l’argomento che essere antifascisti nel 1975 significava studiare il fascismo alla maniera dello storico italiano. Il docu- mento aiuta a ricostruire un intenso dibattito storiografico e permette di approfondire l’intenso rapporto scientifico tra Mosse e De Felice.

- Spencer M. Di Scala: Modern Italy Seen by Americans: a Survey of General Histories (L’Italia contemporanea vista dagli americani: una rassegna delle storie generali)
Questo articolo si propone di descrivere le storie generali d’Italia scritte da autori americani. Gli storici americani non hanno pubblicato molte storie generali d’Italia, preferendo concentrarsi su pubblicazioni specialistiche e settoriali. Le poche storie generali d’Italia sono state seriamente condizionate dalla scarsa conoscenza che i lettori americani hanno della storia dell’Italia moderna e da pregiudizi di natura ideologica. Tuttavia, non sono mancati importanti storici americani che hanno cercato di contrastare questa tendenza. Essi hanno anche prodotto lavori generali di tipo collettaneo e notevoli lavori documentari che dovrebbero essere presi in seria considerazione.