Gaza e l'industria israeliana della violenza Stampa E-mail

Enrico Bartolomei - Diana Carminiati - Alfredo Tradardi

Gaza e l'industria israeliana della violenza

DeriveApprodi, pagg.332, € 16,00

 

bartolomei gaza  IL LIBRO – La Striscia di Gaza, da quasi un secolo, è un luogo di sofferenza e di resistenza. Non è l'unico in questo mondo sconvolto da conflitti, ma costituisce il paradigma di riferimento dell'industria della violenza contemporanea.
  La violenza contro i palestinesi è un continuum che oscilla tra un minimo quotidiano, a bassa intensità, con i suoi morti, i suoi feriti e le sue distruzioni, completamente trascurata dai media, alle punte delle operazioni militari con il loro risvolto voyeuristico di fronte allo spettacolo del dolore. Né va dimenticata la violenza che si esercita contro i palestinesi cittadini di Israele e quella contro i profughi che vivono nei campi allestiti a partire dal 1947-1948 nei paesi arabi del Medio Oriente. Per questo possiamo parlare di un vero e proprio paradigma dell'industria della violenza. Un paradigma certo intrecciato a un colonialismo di insediamento sul quale si basa il sionismo come identità dello Stato israeliano, ma che si sta rivelando un modello concentrazionario specifico, nel quale ha un ruolo sempre più determinante l'industria militare.
  Gaza diventa allora un campo di concentramento a cielo aperto, utile come laboratorio di sperimentazione delle nuove armi, testate in corpore vili, e un esempio concentrazionario per la repressione dei mondi offesi.
  "Gaza e l'industria israeliana della violenza" porta alla luce esattamente questo, la reale natura del nostro conflitto; conflitto che si sviluppa, prima ancora che sul violentato terreno mediorientale, sulla linea di demarcazione tra un noi riconoscibile negli statuti degli organismi internazionali, e un «noi» attore di politiche e interessi particolari. Sta tutto lì il conflitto «interno» della Comunità internazionale, la nostra schizofrenia: in questa irrisolta ambiguità che investe, purtroppo, anche le istituzioni degli organismi internazionali.
  L'evidente svuotamento della loro autorità, come testimonia il rapporto De Soto citato nel secondo capitolo di questo libro, dipende esattamente da questa ambiguità irrisolta, iscritta nell'organizzazione stessa e nel funzionamento di tali istituzioni.

  DAL TESTO – "La presenza di Netanyahu, in questo senso, non può che risultare emblematica. Mai come nella Palestina storica, infatti, è stata condotta a fondo una campagna di essenzializzazione delle identità; mai come nel caso dei palestinesi, la negazione delle ragioni storiche dell'Altro ha comportato la riduzione di un popolo al suo vessillo onomastico e ha legittimato la distruzione della sua cultura materiale, così come la minaccia alla sua sopravvivenza fisica. Eppure, mai come nel caso della Palestina storica, tutto questo è reso indecifrabile, se non invisibile, dalla narrazione dominante, nella quale riescono a trovare copertura molte disonorevoli complicità europee e occidentali - ad esempio accordi di cooperazione militare con Israele - in quell'area.
  "Appare evidente, dunque, sino a che punto l'assenza di riflessività edifichi un impianto interpretativo che rende invisibile l'Altro, o meglio, che lo rende docile alla rappresentazione che di lui risulti, di volta in volta, necessaria.
  "Una simile perversione della realtà dell'Altro non può essere superata che attraverso la presa di coscienza della natura costruita del proprio oggetto di narrazione, assunto cardine della posizione riflessiva, o, per dirla in parole povere, con il riconoscere che quando un analista, un politico o uno studioso riferiscono in merito a una specifica situazione, non possono che farlo attraverso un atto narrativo che ha in certa misura «costruito» il suo oggetto."

  GLI AUTORI – Alfredo Tradardi, socio fondatore e coordinatore di ISM-Italia, ha promosso, tra le altre, la pubblicazione di "La pulizia etnica della Palestina" di Ilan Pappe.
  Diana Carminati, già docente presso l'Università di Torino, ha curato progetti nella Striscia di Gaza. È coautrice, con Alfredo Tradardi, di "Boicottare Israele: una pratica non violenta".
  Enrico Bartolomei, laureato in relazioni internazionali con una tesi sui profughi palestinesi, è uno dei curatori di "Pianificare l'oppressione. Le complicità dell'accademia israeliana".

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. La violenza contro un popolo di profughi (L'occupazione israeliana della Striscia di Gaza - Verso la prima Intifada - La ANP a Gaza dopo gli accordi di Oslo - La seconda Intifada) - 2. La violenza del processo di pace (L'illusione di Oslo - La collaborazione israelo-palestinese per la sicurezza - La Road Map e il ritiro dei coloni dalla Striscia - Le elezioni del 2006 - Lo scontro fra Fatah e Hamas - I Palestine Papers) – 3. La violenza contro l'economia palestinese (Il de-development della Striscia di Gaza - Il controllo burocratico della sopravvivenza: il razionamento alimentare – L'ultima risorsa: l'economia dei tunnel - Le denunce degli inviati speciali dell'Onu) - 4. Dalle punizioni collettive alla violenza genocida (La normalità dell'anormale - Le operazioni militari - Perché accade tutto questo? - L'operazione Arcobaleno, 2004 – L'operazione Giorni di Penitenza, 2004 – L'operazione Prime Piogge, 2005 – L'operazione Piogge Estive, 2006 - L'operazione Nuvole di Autunno, 2006 – L'operazione Inverno Caldo, 2008 - L'operazione Piombo Fuso, 2008-2009 – L'operazione Pilastro di Difesa, 2012 - L'operazione Margine Protettivo, 2014 - La «disumanizzazione dell'altro» e la vocazione genocidaria) - 5. La violenza della menzogna (Orwell e il doppio linguaggio in Israele/Palestina - I miti fondanti dello Stato di Israele - La storia come instrumentum regni - Dai miti fondanti al militarismo totale - Gli strumenti della menzogna - Il comportamento dei media mainstream - Charlie Hebdo e Enzo Apicella - L'Enciclopedia Treccani e l'operazione - Piombo Fuso - Controcorrente: il caso di Gideon Levy) - 6. La violenza concentrazionaria (Il sistema concentrazionario - Il campo di concentramento di Gaza) - 7. L'industria della violenza (L'apparato militare-industriale-securitario - Palestina: laboratorio di oppressione) - 8. L'esportazione della violenza (L'industria globale della repressione - Laboratorio della guerra urbana asimmetrica – L'industria della sicurezza delle frontiere - Verso la società della sorveglianza – L'industria della pacificazione globale) - 9. La violenza della ricostruzione (L'industria del processo di pace - La violenza del «dono») - 10. Gaza e il piano di destabilizzazione e di frammentazione del Medio Oriente (Per un «nuovo» Medio Oriente - Responsabilità e complicità della società occidentale - Contro il senso di impotenza) - 11. Gaza: la sofferenza e la resistenza (Gaza: le pietre miliari per la liberazione di Haidar Eid - Pietre miliari – Tormento - Liberazione, non coordinamento - Gaza: una mail del 19 luglio di Mads Gilbert - Il filo spinato del sionismo) – Abbreviazioni – Bibliografia – Postfazione, di Anna Delfina Arcostanzo