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 Doveva esser pace: è stata guerra, un proliferare di guerre atroci e pretestuose. Doveva sorgere la giustizia: si è accresciuto il potere politico ed economico di un’oligarchia globale, si è diffuso un individualismo feroce, sordo al dolore e alle legittime aspirazioni degli altri. Doveva espandersi il benessere: si è estesa la fame e, anche da noi, la povertà. Doveva rafforzarsi la democrazia: è stata svuotata e affossata dalle menzogne dei politici, dal restringimento dei diritti, dal silenzio complice di intellettuali asserviti.
In queste pagine Angelo d’Orsi ripercorre con rigore e acutezza tutti gli aspetti di questa molteplice disfatta, individuando nelle «neoguerre», le...
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 353 d.C. Una fitta nebbia avvolge il tempio di Ilio e, all’improvviso, l’imponente figura di Ettore appare davanti al principe Giuliano. L’eroe troiano gli annuncia che un giorno diventerà imperatore di Roma, ma che il suo regno sarà breve: infatti morirà sul campo di battaglia, ucciso da un soldato romano. Inoltre il suo assassinio segnerà, per l’impero, l’inizio della fine, e il trono dei Cesari cadrà sotto il giogo dei popoli barbari. Per sovvertire quell’infausto destino, Giuliano dovrà ingannare gli uomini e il Fato inscenando la propria morte, per poi fuggire in una regione remota, oltre le colonne d’Ercole, in cui stabilirsi in attesa di riconquistare Roma...
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 Basandosi soprattutto sulle carte inedite dell'archivio della Sede centrale del Club alpino italiano, questo lavoro cerca di documentare la presenza di elementi politici e nazionali all'interno del Cai, sin dalla sue origini (1863). Negli anni della crescita numerica dei soci e della diffusione delle sezioni a tutto il territorio nazionale, il Cai inizia a rivendicare le aree di lingua italiana dell'Impero Austro-Ungarico e a stabilire frequenti scambi e collaborazioni con le associazioni alpinistiche irredentiste di area trentina e giuliana.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale il Cai partecipa dapprima all'accesa campagna a favore dell'intervento e quindi, con l'entrata in guerra...
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 12 settembre 1919: il poeta Gabriele D’Annunzio entra in Fiume al comando dei suoi legionari e occupa la città, contesa tra Italia e Jugoslavia. La Grande Guerra si è conclusa da quasi un anno, e con lui sono i soldati che hanno disobbedito all’ordine di deporre le armi, ma anche letterati, artisti e politici fautori di idee radicalmente innovative, animati da istanze libertarie mai conosciute prima nella storia, decisi ad attuare una rivoluzione dal respiro internazionale.
Tra i tanti che accorrono al richiamo del "Vate" vi è un giovane di Zara, il sedicenne Bruno Persich, che scappa di casa per potersi aggregare ai legionari e partecipare alla...
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