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 Un efficace resoconto della dominazione italiana in Etiopia, dall’iniziale entusiasmo per la vittoriosa campagna militare ai vari tentativi di governare il Paese, per giungere alla sconfitta finale dopo l’entrata in guerra nel 1940 contro la Gran Bretagna. Tre fasi della parabola di un mito di invincibilità che il ventennio fascista aveva fatto di tutto per costruire, grazie anche all’opera della sua propaganda. In realtà, numerosi furono i focolai di ribellione mai domati, mentre i sistemi adottati per il governo della colonia si dimostrarono inadeguati. Attraverso approfondite ricerche, l’Autore evidenzia come l’impresa etiopica non riuscì a conseguire in modo completo il vero scopo...
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 La battaglia combattuta il 13 dicembre 1939 al largo dell'estuario del Rio de la Plata, Atlantico meridionale, tra la corazzata tascabile tedesca Admiral Graf Spee e tre incrociatori britannici, è passata alla storia per la determinazione e la tenacia dei contendenti. Nella dettagliata descrizione degli avvenimenti, l'autore pone in evidenza i diversi criteri bellici cui si ispiravano i due antagonisti: da un lato la strategia navale tedesca che considerava la guerra di corsa uno strumento da utilizzare per minare la volontà combattiva degli avversari, dall'altro quella britannica che cercava di proteggere le rotte delle navi mercantili alleate per impedirne la cattura e...
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 “Quando l’Europa si divide in un mondo della “Riforma” contrapposto al mondo della “Controriforma”, di nuovo il mondo montano-alpino, nonché il territorio dell’antico “limes” romano verso oriente, vengono a costituire il territorio di separazione, di confronto e di scontro tra le due modalità confessionali del cristianesimo che vengono a divergere su alcuni punti cruciali concernenti l’istituzione ecclesiastica (considerata imprescindibilmente anche nelle sue sedi di centralizzazione e gerarchizzazione territoriale), nonché concernenti talune modalità confessionali e...
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 Nell’orizzonte dell’incessante produzione di lavoro, tipica della tarda modernità, Ernst Jünger (1895-1998) emerge come una figura in grado di elaborare una tra le più acute rappresentazioni del ‘mondo nuovo’, tanto da costituire un terreno di confronto ineludibile per chi voglia intraprendere un’archeologia del presente ed orientarsi in un’età in cui il complesso dell’architettura materiale, simbolica, culturale del ‘mondo di ieri’ si sta inabissando. Jünger è un caleidoscopio formidabile del Novecento. Il suo nome evoca una mappa multiforme di intuizioni, problemi, visioni: lavoro totale e morte di massa; terrore e libertà; impero mondiale e violenza; scrittura e viaggi...
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