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 Questo volume curato da Elisabetta Brighi (docente di Politiche estere comparate all’Università Cattolica di Milano) e Fabio Petito (docente di Relazioni internazionali all’Università di Sussex e all’Università di Napoli ‘L’Orientale’) è il risultato di un ciclo di conferenze tenutesi tra il 2004 e il 2006 e organizzate dall’Università degli Studi di Napoli ‘L’Orientale’ e dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo in occasione del decennale del Partenariato Euro-Mediterraneo. Vi sono raccolti gli interventi di Joseph Maïla, Fred Halliday, Alessandro Colombo, John L. Esposito, Christopher Coker, Vittorio Emanuele Parsi...
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 La crisi tra governo fascista e Santa Sede sulla questione razziale, dalle politiche antiafricane in Etiopia al varo della campagna antisemita, sino alla controversia sui matrimoni misti e alla morte di Pio XI, è ricostruita, in questo libro, attraverso l’analisi di documenti italiani e di quelli vaticani. I passi diplomatici con cui la Santa Sede tentò di bloccare l’adozione in Italia delle leggi razziali, e il dibattito che si sviluppò in Vaticano nel merito delle teorie e delle politiche razziali del fascismo, trovano qui per la prima volta la giusta collocazione nella vicende storiche di quegli anni...
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 Nel primo volume di La guerra di Hitler, David Irving ripercorre gli eventi che hanno portato all'ascesa al potere di Adolf Hitler, fino alla preparazione della campagna di Russia. In questo resoconto degli eventi emerge non solo l'astuto cancelliere, con le sue geniali intuizioni e l'incredibile determinazione con cui perseguiva le proprie convinzioni, ma anche l'essere umano, con le sue debolezze e le sue insane ossessioni. Ciò che Irving si propone di sottolineare è il fatto che nessun dittatore, benché vigile, è in grado di controllare tutte le azioni dei subalterni; la stessa responsabilità dell'assurdo e brutale sterminio della...
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 Per un futuro umano, scrive Bettelheim, i buoni modelli durante l’infanzia sono essenziali. Nel Terzo Reich questi modelli vennero, per decreto, pervertiti. Fra le prime vittime della barbarie hitleriana ci sono i bambini e i ragazzi, vittime innocenti e spesso invisibili, perché il nazionalsocialismo facendo leva sul conformismo fisiologico degli adolescenti, si infiltrò impercettibilmente nelle coscienze provocando danni a lungo termine. Una maledizione che perseguita, anni dopo, anche chi se ne crede libero, come ha mostrato il recente “caso Grass”. Se la storiografia ha ampiamente documentato questa...
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