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Carlo Michelstaedter traversò la vita con incauta rapidità: prese a pretesto una tesi di laurea per dare voce a una sua desolata certezza: stabilì, all’interno del suo ragionare, un filo tra Parmenide e una corrosiva critica della società che lo circondava: infine, nell’ottobre 1910, a ventitré anni, si uccise con un colpo di rivoltella. Percorso che ricorda quello di Otto Weininger, per l’intensità rovente dell’esperienza, per la tematica, per gli anni in cui si svolge. La persuasione e la rettorica doveva essere la tesi di laurea di un brillante studente goriziano a Firenze su questi due concetti in...
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 Profondamente convinto della funzione degli intellettuali e degli uomini di cultura nei confronti della società, Marco Tangheroni, in questo libro che esce postumo, affronta e ricostruisce la propria identità di storico attraverso riflessioni epistemologiche che investono questioni relative alla complessità del passato, ai limiti della conoscenza storica, all’irriducibilità e alla casualità degli eventi, al rifiuto di annullare la distanza temporale e le diversità tra presente e passato. Gli aforismi dello scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila sono l’espediente per approfondire problemi ed aspetti incontrati quotidianamente da chi pratica...
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 Quali bastimenti governavano i marinai vissuti tra la caduta dell'impero romano e l'inizio del Rinascimento? In che modo affrontavano la navigazione? Come si svilupparono le attrezzature e le armature di cui disponevano? Quali difficoltà ambientali e climatiche riservava loro il Mediterraneo? La mancanza di comunicazione con i porti e la difficoltà di navigare a vela risalendo il vento o di tracciare e mantenere una rotta costituivano solo alcuni dei problemi quotidiani con cui si misuravano i marinai medievali, costretti a solcare il Mediterraneo per scambiare le proprie merci o per espandere i loro domini in terre lontane, con il rischio...
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 “Per l'anonimo autore dei Gesta Berengarii, che scrisse dopo l’incoronazione imperiale, probabilmente tra il 915 e il 924, era importante chiarire subito, in apertura del suo panegirico, la legittimità in base alla quale il suo "eroe" aveva conseguito ed esercitato il titolo regio e imperiale. Era una legittimità che conduceva ai Carolingi tramite due vie, diverse ma convergenti. La prima era la "via genealogica", la più importante e, non a caso, la prima a essere menzionata. «Viene da nonni e avi di quel sangue illustre chi governa l'Italia» (l, vv. 21-22), scrisse l'autore dei Gesta, con un esplicito riferimento a Carlo Magno, a...
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